Libri di lettere. Le raccolte epistolari del Cinquecento tra inquietudini religiose e "buon volgare"
Roma-Bari: Laterza, 2009, 336 págs. 24€
Desde 1538, año de edición de las Lettere de Aretino, el mercado del libro italiano, y veneciano en particular, fue invadido por centenares de colecciones epistolares. Aflora entonces la actividad de algunos de los más destacados correctores y literatos-editores del Cinquecento: Lodovico Dolce, Francesco Sansovino, Girolamo Ruscelli y el afamado impresor humanista, Paolo Manuzio, que con sus Lettere volgari crea un auténtico y plagiadísimo best seller. El objetivo declarado es la difusión de modelos para escribir cartas en un buen vulgar, pero junto a la temática humanística, estas obras proporcionan a los lectores informaciones políticas y militares sobre los dramáticos acontecimientos de la guerra de Italia y ofrecen un cuadro de las tensiones religiosas de la época. No es extraño que con la Contrarreforma, este género cambie drásticamente, perdiendo la vivacidad que le había caracterizado, siendo sustituido por el estereotipado libro de secretario:
«In questo modo il libro di lettere veniva depotenziato di ogni riferimento alle vicende contemporanee e svuotato di ogni pericolosità. Era la fine di un percorso legato alla stagione di un umanesimo che aveva saldamente tenuto insieme le humanae litterae e i valori religiosi».
Índice
I. Le antologie degli anni quaranta: tra modelli di «buon volgare» ed espressione del dissenso religioso
1. Il paratesto: le dediche e gli indici
2. La rappresentazione dei mestieri del libro: le lettere di editori, correttori e autori
3. Modelli letterari, eterodossia e autocensura: il primo libro delle «Lettere volgari» (1542)
4. Uno strumento di propaganda per gli «spirituali»: il secondo libro delle «Lettere volgari» (1545)
II. Tre correttori e uno stampatore: Dionigi Atanagi, Lodovico Dolce, Girolamo Ruscelli e Paolo Manuzio (1554-60)
1. Le «Lettere di tredici huomini illustri» di Dionigi Atanagi: dalle guerre d’Italia alla crisi della «res publica Christiana»
2. L’antologia curata da Lodovico Dolce: plagio e sopravvivenze eterodosse
3. Girolamo Ruscelli e il riuso dei «tredici huomini illustri»
4. Paolo Manuzio e la pubblicazione del suo epistolario in volgare: «s’io fossi oscuro per me stesso...»
III. Le antologie degli anni sessanta e settanta: verso la specializzazione tematica
1. «Lettere facete» e «lettere di principi»: la trasformazione delle antologie epistolari, tra genere burlesco e libro di storia
2. Il libro del «Secretario» di Francesco Sansovino: scrivere per gli altri
3. La sopravvivenza del progetto manuziano: il terzo libro delle «Lettere volgari» (1564) e l’antologia delle antologie (1574)
IV. La fine dell’«inventio»
1. Il trionfo del «libro del secretario», l’amplificazione del paratesto e l’elogio dell’imitazione
2. Le lettere all’Indice «donec expurgentur»
3. «Scripta manent»? La fortuna di un genere e delle sue metamorfosi
Tavola delle abbreviazioni
Ringraziamenti
Indice dei nomi
Lodovica Braida enseña Historia de la imprenta y de la edición en la Università di Milano. Asimismo, sus investigaciones se centran en la Historia del libro y en el ánalisis de las prácticas culturales en la Italia del Antiguo Régimen. Entre sus publicaciones destacan Le guide del tempo. Produzione, contenuti e forme degli almanacchi piemontesi nel Settecento (1989); Il commercio delle idee. Editoria e circolazione del libro nella Torino del Settecento (2002); y Stampa e cultura in Europa tra XV e XVI secolo (2009).
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